Dopo il primo via libera da parte della Commissione Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento europeo alla proposta di revisione della direttiva europea volta a rendere neutra dal punto di vista delle emissioni e dei consumi energetici l’edilizia dell’Unione entro il 2050, l’assemblea plenaria dell’Europarlamento ha approvato con 343 voti a favore, 216 no e 78 astensioni la bozza che ora sarà oggetto di un negoziato finale tra Consiglio Ue ed Esecutivo europeo prima di tornare in Plenaria.
Case green, gli obiettivi per il 2030
L’obiettivo della direttiva europea sulle case green è quello di ridurre le emissioni di gas a effetto serra e il consumo di energia nel settore edilizio dell’Unione europea entro il 2030 e a renderla climaticamente neutra entro il 2050.
Nel dettaglio, secondo quanto previsto al momento, gli edifici residenziali devono raggiungere almeno la classe di prestazione energetica E entro il 2030 e D entro il 2033; gli edifici non residenziali e pubblici, invece, devono raggiungere le stesse classi energetiche rispettivamente entro il 2027 e il 2030; tutti i nuovi edifici, infine, devono essere a emissioni zero a partire dal 2028.
Case green, i commenti alla direttiva europea
Il via libera da parte del Parlamento europea alla direttiva sulle case green è stato così commentato dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin: “La direttiva sulle case green approvata in Parlamento europeo è insoddisfacente per l’Italia”. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha quindi fatto sapere che “anche nel trilogo, continueremo a batterci a difesa dell’interesse nazionale”.
Pichetto Fratin ha poi spiegato: “Non mettiamo in discussione gli obiettivi ambientali di decarbonizzazione e di riqualificazione del patrimonio edilizio, che restano fondamentali. Manca però in questo testo una seria presa in considerazione del contesto italiano, diverso da quello di altri Paesi europei per questioni storiche, di conformazione geografica, oltre che di una radicata visione della casa come ‘bene rifugio’ delle famiglie italiane. Individuare una quota di patrimonio edilizio esentabile per motivi di fattibilità economica è stato un passo doveroso e necessario, ma gli obiettivi temporali, specie per gli edifici residenziali esistenti, sono ad oggi non raggiungibili per il nostro Paese”.
Anche Confedilizia ha commentato il voto sulla direttiva europea. Tramite una nota, il presidente Giorgio Spaziani Testa ha affermato: “Il Parlamento europeo ha approvato – con 343 voti favorevoli, 216 voti contrari e 78 astenuti – la proposta di direttiva che prevede l’obbligo di realizzare interventi di efficientamento energetico su tutti gli immobili europei. Gli esponenti della maggioranza politica italiana hanno votato contro e di questo li ringraziamo. La vicenda, però, non si conclude qui. Da oggi, infatti, ha inizio una fase di negoziazione che vedrà protagonisti anche i Governi dei Paesi dell’Unione. In questo contesto si inserisce l’approvazione da parte della Camera dei deputati, mercoledì scorso, di una mozione di maggioranza che ha impegnato il Governo italiano ‘ad adottare le iniziative di competenza presso le competenti istituzioni europee al fine di scongiurare l’introduzione di una disciplina’ giudicata – a ragione – pericolosa per il nostro Paese. Chiediamo al presidente del Consiglio di impegnarsi in prima persona per il raggiungimento di questo obbiettivo”
Fonte Idealista